La parola all’Esperto: Lighting design per centri benessere e SPA

Olevlight Lighting Design, Personaggi

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Questo articolo sarà davvero speciale.

Sì, perché avremo un ospite d’onore: l’Architetto Elena Ogna, esperta nella progettazione di centri benessere!

L’Arch. Ogna ha firmato progetti prestigiosi come lo SPA Hotel Schloss a Pontresina, la Spa del Hotel Reine Victoria a Sankt Moritz (Svizzera), il Grand Hotel Terme di Sirmione, la Thermal Spa di Aquaria a Sirmione e molte altre strutture di livello.

Ecco a te i suoi preziosi consigli, accompagnati dalle foto dei più bei centri benessere illuminati con le lampade OLEV.

 

La funzione della luce in SPA e centri benessere

“Innumerevoli studi dimostrano che la luce ha un ruolo fondamentale nella vita di tutti gli esseri umani.

La luce riesce a migliorare le funzioni vitali del nostro corpo, a influenzare positivamente la mente e l’umore.

Sono queste capacità che devono essere utilizzate e ricreate nella SPA.

La luce deve essere uno strumento per raggiungere il benessere con sé stessi e con il proprio corpo.”

Le 2 fonti alleate del lighting designer per creare luoghi che generano emozione

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SPA Hotel Schloss – Pontresina – Switzerland | Project: Elena Ogna | Lamps: OLEV

Per ottenere questo effetto, il massimo sarebbe utilizzare la luce naturale.

Spesso non è possibile, e in ogni caso anche la luce naturale va regolata e filtrata per rendere gli spazi confortevoli a tutte le ore.

L’abilità del progettista sta nel creare un gioco e una relazione perfetta tra luce naturale e luce artificiale.

Insieme le due fonti possono creare effetti di straordinaria suggestione e relax.

Personalmente amo utilizzare la luce come elemento fondante decorativo ed emotivo nel progetto della SPA.

I luoghi devono emozionare o suggerire emozione. La luce è mia compagna alleata per ottenere questo risultato.

Come disporre le fonti luminose per accompagnare il cliente alla ricerca della pace interiore

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Hotel Villa Pamphili – Roma – Italy | Project: Elena Ogna | Lamps: OLEV

La luce nella SPA deve essere una luce mai diretta, sempre nascosta.

Una luce raramente d’accento, che accompagna il cliente nel suo percorso alla ricerca del suo benessere e della sua pace interiore.

Soffusa e delicata negli spazi delegati al relax e attenta e precisa negli spazi dedicati ai percorsi o in prossimità di ostacoli.

La luce artificiale ben calibrata e utilizzata fa emergere particolari e dettagli del progetto architettonico, come le qualità materiche dei materiali di rivestimento delle pareti.

La luce artificiale non deve mai disturbare il cliente.

Per questo il progettista deve sempre valutare 3 aspetti:

– la posizione della fonte luminosa
– la direzione del fascio di luce
– la posizione del cliente e del suo sguardo.

La luce deve essere presente, ma non deve dominare.

Deve accompagnare il progetto nelle sue varie declinazioni e funzioni, in base al tipo di spazio e di utilizzo.”

 

Quali tipologie di luce scegliere, ambiente per ambiente

La luce deve adattarsi e modificarsi in base alle necessità e in base alle esigenze specifiche delle diverse zone, ma sempre con il medesimo filo conduttore.

Non ci devono essere contrasti troppo forti: la luce deve seguire un linguaggio comune in tutta la SPA.

Nelle zone trattamenti è necessaria una luce regolabile dall’operatore in base al tipo di trattamento previsto.

Spesso in questi ambienti il progettista deve prevedere 2 tipologie di illuminazione:

1- una luce indiretta regolabile in intensità per i trattamenti relax (ad esempio nella zona massaggi), per immergere il cliente in un’atmosfera confortevole e rilassante;

2- una luce specifica diretta, che l’operatore accende solo quando deve apprestarsi a trattamenti di precisione. In ogni caso, la luce diretta non deve MAI disturbare il cliente, e qui sta la difficoltà nella scelta della fonte e della sua posizione.

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SPA Hotel Schloss – Pontresina – Switzerland | Project: Elena Ogna | Lamps: OLEV

 

Nelle zone transito serve un’illuminazione funzionale, che aiuta il cliente ad individuare ostacoli e percorsi.

Deve sempre comunque essere un’illuminazione che dialoga con il resto della struttura in maniera armoniosa.

Nelle zone umide, la luce deve essere soffusa e delicata. Deve creare accenti su dettagli e materiali del progetto architettonico.”

 

 

 


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